Storia - La Seconda Rivoluzione Industriale

Fra XIX e XX secolo, l'industrializzazione si impone come via necessaria per lo sviluppo economico degli Stati. Il sistema di fabbrica continua a espandersi in Europa e fuori d'Europa, cambiando radicalmente volto.
L'industrializzazione, fra gli anni Settanta del XIX secolo e la Prima guerra mondiale, si trasforma profondamente. S’instaura uno strettissimo rapporto tra scienza, tecnologia e industria; si rivoluziona la tecnologia produttiva, delle comunicazioni e dei trasporti; cambiano i settori trainanti lo sviluppo; si utilizzano nuove fonti energetiche; si intensificano i processi di concentrazione e ristrutturazione industriale; crescono le dimensioni delle aziende; mutano i rapporti tra l'industria e gli istituti bancari e finanziari. Superata la crisi del 1873, alla fine del secolo, lo sviluppo produttivo riprende in modo vertiginoso. e la produzione manifatturiera mondiale risulta triplicata rispetto all'aumento della popolazione.

L'Età dell'elettricità

La seconda rivoluzione industriale viene anche chiamata Età dell'elettricità. L'elettricità è una forma di distribuzione dell'energia prodotta da altre fonti come il vapore o l'acqua. Grazie ai contributi di numerosi scienziati e tecnici, diviene possibile immagazzinarla, trasmetterla a grandi distanze, distribuirla e utilizzarla per illuminare. L'elettricità avvia profondi processi di trasformazione nell'industria e nella vita quotidiana. Dagli studi sull'elettricità nascono ad esempio il telefono, il fonografo, il telegrafo senza fili, la radio, il cinematografo.

 La razionalizzazione produttiva e il mercato di massa

Anche l'organizzazione della produzione industriale è investita da importanti innovazioni, tra cui l'utilizzo più razionale e scientifico dei lavoratori, teso ad abbassare i costi del lavoro e ad accrescerne la produttività.

Le novità in questo campo arrivano dagli USA e in particolare dall'“organizzazione scientifica” del lavoro. Il suo più importante teorico, l'ingegnere F. W. Taylor, pubblica nel 1911 The principles of scientific management. Secondo tali principi, la one best way, il metodo migliore, più economico ed efficiente per ottenere un prodotto, si basa sulla scomposizione delle varie fasi del ciclo produttivo in operazioni il più possibile elementari, scientificamente misurate e programmate e sull'attribuzione a ogni operaio di tali semplici, meccaniche e ripetitive operazioni.

Il taylorismo s'interseca con le innovazioni organizzative introdotte nel 1913 da Henry Ford nella sua industria automobilistica di Detroit. Ford riorganizza l'intero stabilimento attorno alla catena di montaggio che riduce drasticamente i tempi e i costi unitari di produzione. Le innovazioni tecniche e organizzative tayloriste e fordiste si affermeranno solo con la Prima guerra mondiale, scalzando il primato inglese.

La produzione in serie immette sul mercato una gran quantità di beni a basso costo e permette, nel corso del Novecento, il progressivo affermarsi di un nuovo mercato di massa, non più limitato al cibo e al vestiario, ma esteso a beni durevoli.
Tali innovazioni favoriscono la crescita dei ceti medi, con l'aumento dei salari e degli stipendi e con l'ampliamento dei mercati interni connesso al fenomeno del crescente urbanesimo.

Fin dai suoi esordi, la produzione di massa modifica radicalmente anche il settore della distribuzione delle merci, per la tendenza delle imprese a controllare il mercato integrando produzione, distribuzione e vendita. Nelle città che continuano a crescere nascono vaste catene commerciali e grandi magazzini, si modificano le tecniche di vendita, decolla la pubblicità che, insieme al cinematografo, comincia a diffondere nuovi modelli di consumo a livello di massa.

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